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Workroom Unindustria sul Porto di Civitavecchia: l’intervento del Viceministro Nencini

Del 3 Marzo 2016

“Se c’è stato un buco dei governi italiani è stato soprattutto nella considerazione non fatta che le grandi infrastrutture sono tali se hanno una funzione strategica nel tempo. Il secondo buco: la mancanza di attività di coordinamento sinergica.

Civitavecchia ha le caratteristiche centrali, come poche aree italiane e bisogna dirlo senza ipocrisia, perché somma porto, interporto e aeroporto.

Ha caratteristiche indispensabili, a condizione che si facciano alcune cose, poche, concretissime. Ne cito due: Unindustria qualche settimana fa ha fatto un convegno in cui parlava di riassetto istituzionale della città di Roma. Questo è necessario per lo sviluppo. Capire come ristrutturare l’organizzazione delle grandi aree metropolitane è uno dei temi centrali. Io penso che Roma Capitale debba avere piena autonomia, che il suo vertice trovi diritto di cittadinanza nel Consiglio dei ministri, assumendo così le caratteristiche delle grandi capitali europee.

Secondo: bisogna finalizzare gli interventi di investimento sul territorio. L’Italia ha 105 aeroporti, i due terzi del traffico sono tra Roma, Milano e Venezia. Gli altri 102 hanno un terzo di traffico. Se togliamo Bari, Firenze/Pisa e Oriolo praticamente gli altri non hanno passeggeri. Dobbiamo finalizzare gli investimenti verso le grandi strutture che servono a fare sviluppo. Civitavecchia e Area Nord Ovest debbano diventare una delle piattaforme su cui costruire un pezzo della nuova Italia.

La sfida della globalizzazione ti obbliga ad avere piattaforme infrastrutturali e istituzionali che ti consentono di giocare la partita internazionale.

Sull’area di Civitavecchia ci sono tre infrastrutture: la Pontina, la Tirrenica Civitavecchia-Livorno (entro aprile avremo intanto il completamento della Civitavecchia-Tarquinia) e poi la Orte-Civitavecchia.

Questo quadrante ha un’occasione straordinaria e sono certo sarà attrattivo anche per i porti abruzzesi.

Su quali Porti puntare? Intanto dividiamo il Mediterraneo in due lati. Mar adriatico (Trieste, Venezia, Ravenna fino ad Ancona): la mia opinione è che l’Italia non possa far a meno del porto di Venezia, gli altri devono lavorare sinergicamente.

Taranto è troppo legata alle acciaierie ma ha delle caratteristiche socio-geografiche di ponte del Mediterraneo in vista dell’apertura del canale di Suez bis.

Gioia Tauro, se la adeguiamo con le infrastrutture ferroviarie necessarie, resta un hub importante.

Dall’altro lato abbiamo Savona, Genova, La Spezia, Livorno, Piombino, Civitavecchia, Napoli, Salerno in 750 km di costa. E’ obbligatorio che ci sia una specificazione di ruoli e funzioni.

Per me Civitavecchia non può essere solo crocieristico e automotive ma ha le caratteristiche per essere di più in una relazione molto forte con Genova, che è l’altro grande porto su cui stiamo investendo.

Tutti gli altri porti hanno una funzione ma solo se sinergicamente coordinata con le strutture interportuali, aeroportuali, infrastrutturali, ferroviarie, stradali capaci di reggere la competizione internazionale”.

Lo ha dichiarato il Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Riccardo Nencini, durante il workroom odierno di Unindustria dedicato allo sviluppo del Porto di Civitavecchia.