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Ammiraglio Sq. Giuseppe Berutti Bergotto: “Il 25% del Pil italiano è dovuto alla blue economy, cifra che va tutelata”

L'intervento nel primo giorno della terza edizione del Blue Forum

Del 10 Aprile 2024

Al Blue Forum è intervenuto l’Ammiraglio Sq. Giuseppe Berutti Bergotto, Sottocapo di Stato Maggior della Marina Militare.

“Fin dalle origini, ai tempi dei Romani il 90 per cento dei traffici mondiali ha almeno una tratta della filiera sul mare.

Il 99 per cento passa attraverso cavi che sono sotto la superficie del mare.

Il 25 per cento del Pil italiano è dovuto alla blue economy cifra che va tutelata.

Veniamo al Mediterraneo perché voglio vedere quanto è importante l’Italia nel Mediterraneo. Viene considerato un medio oceano

è la rotta più breve che deve essere tutelata perché se non tuteliamo la sicurezza di questa rotta le compagnie vanno da latre parti e si rischia di marginalizzare il nostro Mare

noi rappresentiamo l’1 per cento dell’acqua mondiale ma da qui passa il 20% del traffico mondiale.

Ci sono passaggi obbigati: Suez e Gibilterra. Se non manteniamo quei passaggi liberi abbiamo un problema.

Per quanto riguarda le minacce: dentro il Mediterraneo c’è una nazione, l’Italia, un pontile dell’Europa sul Mediterraneo e noi dobbiamo mantenerla in questo modo.

Ma siamo in un’area geografica in cui l’Italia ha interessi non è tranquilla. Ci sono tensioni, traffici illeciti, c’è delle iniziative che stanno cercando di prendere possesso di questa area. Solo il 20 per cento del mediterraneo non è stato voluto da qualcuno.

Quando all’epoca di Obama gli Usa si sono spostati nell’Indopacifico si è creato un vuoto e un vuoto di solito viene coperto da qualcuno. Le nazioni del nord africa hanno cominciato ad avere mire sul Mediterraneo, ad acquisire sommergibili, a far valere la loro potenza. Anche la Turchia si è estesa molto verso est.

E questo ha creato situazioni di tensioni che si sono riverberate su Gibilterra e Suez. Pertanto ciò che sta succedendo è che la minaccia è aumentata. c’è il 40% del traffico in meno da Suez. Questo traffico in meno si è riverberato sui porti italiani. Più o meno il 17% di volume di navi che non sono più attraccate in Italia. Chi passa da Capo Horn va spesso a Rotterdam e Amsterdam. Non è una cosa ancora spinta ma se il futuro è questo potrebbe essere un problema.

Ciò che le Marine devono fare è permettere di lavorare in sicurezza.

30 navi impegnate al giorno. 4000 marinai e presenza costante di unità dove è necessario siano presenti.

Dimensione subacquea: solo pochi anni fa si conosceva il 3% degli abissi. Ora si è arrivati al 20%. I nostri fondali sono contenitori di enormi risorse. Pensiamo ai metalli rari che sono quelli che portano avanti la green economy. Adesso siamo dipendenti dalla Cina che è il principale esportatore di questi metalli. La superficie del mare è ricca di questi metalli. Con la crescita della tecnologia possiamo recuperare questi metalli. L’Italia è un paese leader della subacquea. Abbiamo una ricerca, capacità di sviluppo, una tecnologia che è un primato in Europa. La nascita del Polo è funzionale proprio al mantenimento di questo primato”.