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Gianluca Tucci, Direttore generale del Registro navale sanmarinese: “Offriamo un percorso digitalizzato, normative più leggere, tempi di risposta di 48 ore, attenzione alla sostenibilità”

Intervista a Tucci sul Registro, sul legame di San Marino con il mare, sui vantaggi per chi si iscrive nel registro, su chi sono i clienti e sul rapporto di San Marino con l’Europa (e l’Italia)

Del 29 Maggio 2024

di Angela Iantosca

Gianluca Tucci è Direttore generale del Registro navale sammarinese e da poco è stato nominato Ministro Plenipotenziario e Vice Rappresentante Permanente presso l’Organizzazione Marittima Internazionale IMO. Noi di Economia del Mare lo abbiamo raggiunto telefonicamente per saperne di più sul Registro, sul legame con il mare, sui vantaggi per chi si iscrive nel registro, su chi sono i clienti e sul rapporto di San Marino con l’Europa (e l’Italia).

“San Marino è membro dal 2002 dell’IMO che è l’organismo nel quale sono stato recentemente nominato come Vice Rappresentante Permanente, questo significa che siamo uno dei 176 172 stati membri dell’IMO. Questo come è possibile per un Paese che non si affaccia sul mare? Perché esiste la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (United Nation Convention on the Law of the Sea – UNCLOS) in base alla quale il mare è una risorsa di tutti gli Stati, non solo di quelli costieri. Tutti gli stati, quindi, anche se non sono bagnati dal mare o se non hanno porti, hanno diritto a partecipare all’utilizzo del mare come risorsa e anche a contribuire a creare sinergie con le altre amministrazioni, partecipando alla crescita. Basti pensare che anche la Svizzera e il Lussemburgo, pur non avendo coste e porti, hanno registri navali anche importanti, operando da molti anni sul mare come tutte le altre bandiere”.

Partendo da questo, San Marino ha deciso di percorrere la strada del mare.

“La prima legge navale è del 2005 e parlava solo di diporto, infatti era limitata all’utilizzo degli yacht a uso privato, non yacht commerciali e non navi mercantili, o passeggeri o cruising. È rimasta invariata fino al 2008, poi il tema è stato messo da parte, perché nello stesso periodo aveva preso vita il Registro aeronautico di San Marino che, dal punto di vista dell’aviazione civile, è il primo al mondo! Poi nel 2015-2016 è stata ripresa in mano la legge navale ed è stata fatta una legge di riforma. La legge di riforma è stata scritta – in collaborazione con lo studio legale Mordiglia di Genova – e poi battezzata in parlamento nel 2019. Si tratta di una legge molto snella formata da 80 articoli. Pochi se confrontati con quelli presenti in altre leggi navali. Successivamente, attraverso un bando internazionale, è stata costituita la San Marino Ship Register che gestisce per conto dello Stato il Registro navale di San Marino”.

Chi registrate?

“Noi registriamo società che si occupano di shipping, cruiser, charter, ma non siamo direttamente coinvolti”.

È stato fatto un lavoro importante, dunque.

“È stato un grande lavoro perché c’erano da mettere a posto molte cose dal punto di vista dell’impianto giuridico. Aggiungo che la legge di riforma prevedeva l’approvazione di 18 convenzioni internazionali senza le quali il Registro non poteva essere utilizzato e parliamo delle convenzioni più importanti, come quelle sull’inquinamento, sulla sicurezza in mare. Ora ce ne sono molte di più, ma senza quelle 18 non avremmo potuto cominciare. L’attività di registrazione è partita nel 2021, realizzando la presentazione al Salone di Cannes nel mese di settembre: una scelta mirata, perché volevamo cominciare dal mercato più affascinante e più semplice da raggiungere, quello dello yachting. Dal 2023 stiamo lavorando anche in ambito mercantile e oggi abbiamo una serie di navi importanti in giro per il mondo che hanno la nostra bandiera”.

Quali caratteristiche deve avere chi iscrive la propria nave?

“Chiunque può iscrivere la propria nave, sia che si tratti di una società o di un cittadino, sia che risieda a San Marino sia che non risieda. Il nostro registro, inoltre, prevede che anche la nazionalità di chi è a bordo sia libera. Non c’è un vincolo. Spesso, in Europa, si stabilisce che il personale sia solo europeo, cosa che non accade per il nostro registro, che è più smart come quello di Malta, che non è uno stato off-shore, ma interno alla Comunità europea. Anche perché, se pensiamo ad un armatore di Singapore, è più probabile che ci siano persone di Singapore a bordo, piuttosto che europee. Prevediamo, inoltre, che la normativa sul lavoro applicata sulle navi di San Marino sia quella liberamente scelta dall’armatore o e dal marittimo, ma è importante che sia recepita la convenzione sul personale imbarcato, cioè che ci siano tutele per i lavoratori, che abbiano ferie, la malattia, il riposo e la sicurezza secondo la convenzione Internazionale STCW 78/95. Se il Paese ha riconosciuto questa convenzione ed è riconosciuto in white list dall’organizzazione internazionale per noi va bene, si può procedere alla registrazione”.

Quali altri vantaggi?

“Noi siamo un registro digitale, non produciamo carta e viaggiamo solo per posta certificata. Le navi e gli armatori non hanno necessità di avere a bordo una marea di carta o di ricevere carta prima di partire, hanno tutto in modo digitale e i certificati digitali, anche in caso di controllo, sono raggiungibili tramite Qrcode”.

Quindi quali sono i plus del vostro Registro?

“Percorso digitalizzato, normative più leggere, tempi di risposta nella registrazione che arrivano a massimo 48 ore da quando abbiamo tutti i documenti, applicazione della normativa internazionale. Ci tengo a sottolineare che da anni San Marino è nella white list, quindi non siamo un paradiso fiscale e che la nostra tassazione è in linea con quella europea, quella di malta. Ma l’Europa alla propria armatoria concede di più, perché paga i contributi al personale imbarcato, per cui l’armato ha costo zero dal punto di vista dei contributi sociali. Noi no. Quindi chi viene da noi non lo fa perché abbiamo una tassazione conveniente, ma perché l’operatività è completamente diversa e la burocrazia ridotta al minimo: nonostante le dimensioni del nostro Registro, garantiamo un servizio di assistenza per le navi in flotta di 24 ore e se ci sono problemi in porto noi ci siamo sempre. Per noi è importante che le risposte alle richieste degli armatori siano rapide ed efficienti, perché un fermo della nave può arrivare a costare 100.000 euro al giorno, quindi non si può perdere tempo!”.

Avete un occhio di riguardo per la sostenibilità?

“Certamente! Offriamo sconti importanti in base all’età della nave. Più è giovane più c’è uno sconto per l’armatore. Più è green e più si fanno sconti. Non registriamo navi o yacht più vecchi di 20 anni, se prima non hanno superato un ispezione tecnica da parte del nostro team di Flag State. E comunque sono soggette ad un incremento nel prezzo di registrazione. Ci preme molto questa cosa: premiare chi rispetta il mare!”.

Quale è la nazionalità dei vostri clienti?

“i nostri clienti sono per lo più armatori greci, turchi, di Singapore, degli Emirati Arabi e del Golfo. Parlo soprattutto di navi mercantili. Nello yachting si seguono altri processi: in questo caso la maggior parte è del nord Europa. In Italia non abbiamo una grande attività promozionale, ma si tratta di una scelta. Vogliamo rapporti privilegiati e di buon vicinato, come l’evento dello scorso 9 maggio – “Navigando verso l’Europa” – ha messo in evidenza e per il quale vorrei ringraziare Luciano Serra, Presidente di Assonat, per la preziosa collaborazione unitamente alle Segreterie di Stato alle Finanze e Trasporti e Affari Esteri. Il nostro è un progetto di adesione all’Europa, senza entrare nell’Unione Europea, e in quest’ottica avere una collaborazione con l’Italia diventa importante per molti aspetti: penso alle attività di soccorso in mare o di intelligence e security, parte molto delicata. Oggi le navi sono dei pezzi di ferro che galleggiano e che sono soggetti ad attacchi di pirati e di chi cerca visibilità attraverso queste azioni. Quindi è necessaria avere una intelligence di un certo tipo e l’Italia ha una sua struttura nel mondo che San Marino non ha. Per questo abbiamo da poco siglato un MoU con il Comando Generale delle Capitanerie di Porto per scambio di informazioni sensibili che possono avvenire in mare. Insomma tra noi e l’Italia c’è una grande collaborazione”.

Luciano Serra Presidente di Assonat

Quale relazione volete dunque instaurare con l’Europa?

“Recentemente è stato siglato ad un accordo di associazione con l’Europa che prevede una serie di punti tra i quali c’è anche il trasporto in ambito marittimo. Questi accordi, che sono sul tavolo e che sono in fase di ratifica, fanno si che San Marino sarà integrato in alcune procedure europee per alcuni ambiti. Per il Marittimo, come tempi si prevedono i 5-7 anni”.

Gli eventi sul Mar Rosso, la guerra in Israele e quella in Ucraina stanno incidendo sulle registrazioni?

“Per ciò che sono le nostre informazioni le compagnie continuano ad operare, ma sono state costrette a cambiare rotte, allungando i percorsi e incidendo, per questo, sui costi. Per quanto ci riguarda, come altri Paesi del mondo garantiamo livelli di sicurezza all’interno delle navi in quelle aree che prevedono che ci sia il massimo della preparazione”.