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Intesa Sanpaolo al Blue Economy Summit presenta il report “Ocean – Nutrition, sustainability, technology”

Il report è nato dalla collaborazione avviata nel 2023 tra One Ocean Foundation e l’Innovation Center

Del 10 Giugno 2024

Il 4 giugno si è svolto nell’Aula Magna dell’Università Bocconi di Milano il Blue Economy Summit , il convegno di rilevanza internazionale organizzato da One Ocean Foundation, fondazione che investe in ricerche innovative dedicate al rapporto tra gli ecosistemi oceanici e il mondo delle aziende.

Il Summit vuole promuovere iniziative dedicate alla Blue Economy e favorire la formazione di partnership per stimolare collaborazioni e strategie innovative, producendo soluzioni concrete per salvaguardare la salute dell’oceano e degli ecosistemi marini.

Nell’edizione 2024 del Blue Economy Summit, personalità del mondo accademico, industriale e governativo, moderate da giornalisti, presentatori e accademici, si sono confrontate sulle sfide legate all’oceano e in particolare sulla perdita della biodiversità, sull’importanza di sviluppare un solido Blue Capital Market, sull’evoluzione di tecnologie innovative per l’oceano e sulle nuove opportunità nell’ambito della blue economy.

Blue Economy Summit: Intesa Sanpaolo Innovation Center presenta il report nell’intervento dedicato all’innovazione per proteggere e risanare l’oceano

Anche Intesa Sanpaolo Innovation Center ha partecipato, presentando nell’intervento dedicato all’innovazione per proteggere e risanare l’oceano, il report “Ocean – Nutrition, sustainability, technology” che fa parte della collana X-Plore, monografie dedicate a fenomeni di grande rilevanza, realizzate al fine di aumentare sensibilità e consapevolezza su tali tematiche.

Il report è nato dalla collaborazione avviata nel 2023 tra One Ocean Foundation e l’Innovation Center e alla stesura ha anche dato il suo contributo Fondazione Links ente operante nella ricerca applicata, nell’innovazione e nel trasferimento tecnologico e con il quale Innovation Center ha una collaborazione di lunga data.

La pubblicazione “Ocean – Nutrition, Sustainability, Technology affronta il ruolo chiave dell’oceano con una visione olistica, cercando di rappresentare in maniera completa ed esaustiva l’estrema complessità dei suoi ecosistemi e l’indissolubile legame tra la sua salute e la sopravvivenza del Pianeta e della razza umana.

Applicando tale visione, l’analisi esplora dapprima il ruolo chiave dell’Oceano, i benefici sia tangibili che immateriali che esso apporta e le molteplici pressioni cui è sottoposto a causa della attività umana, sia quella direttamente esercitata su di esso, sia quella di natura indiretta derivante dalle industrie operanti sulla terraferma.

L’attenzione è poi portata sulla relazione oceano-alimentazione, sviluppando un’approfondita disamina di tre settori industriali: agricoltura, pesca e acquacoltura.

Alla fine del report sono descritte alcune nuove, promettenti tecnologie in ambito Blue Economy.

Alcune di queste startup, appartenenti al Portafoglio di Intesa Sanpaolo Innovation Center, hanno partecipato al convegno:  ricordiamo WSense che offre soluzioni tecnologiche di underwater monitoring e communication e Test 1, che ha realizzato una spugna che assorbe oli e idrocarburi dagli oceani e dal mare.

Oceano: uso e impatto sostenibile

Un grande settore d’impatto indiretto negli oceani è l’agricoltura, che consuma il 72% del flusso d’acqua dolce. I fertilizzanti e i pesticidi si accumulano nel suolo, riversandosi poi nei fiumi e nei mari attraverso il ciclo dell’acqua. Anche l’eccesso di nutrienti come azoto, fosforo e potassio che giungono nelle acque oceaniche causa degli impatti negativi, tra cui la proliferazione incontrollata di alghe: un fenomeno chiamato eutrofizzazione che, consumando tutto l’ossigeno dell’acqua, rende vaste aree marine prive di vita. Le soluzioni che mirano a ridurre l’impiego di prodotti chimici nel settore agricolo sono le coltivazioni indoor, come il vertical farming – che permette di avere un ambiente più controllato dal microclima all’utilizzo di risorse – e il Precision Farming.

La seconda necessità in evidenza risiede nel fatto che l’oceano fornisce circa il 20% delle proteine animali consumate in tutto il mondo, pertanto è importante per la sicurezza alimentare evitare gli sprechi e garantire la protezione delle specie. Le attività di pesca consumano combustibili fossili per alimentare le imbarcazioni e i sistemi di refrigerazione, e successivamente generano grandi quantità di rifiuti tra cui reti, attrezzature danneggiate e scarti di pesce. Le tecnologie che vanno a limitare questi impatti sono quelle idroacustiche e le reti da pesca intelligenti in grado di catturare solo le specie desiderate. Le reti da pesca biodegradabili, inoltre, determinano un minor impatto ambientale quando giungono a fine vita.

Complementare alla pesca, l’acquacoltura è una delle soluzioni più efficienti per l’allevamento ittico e ricrea un ecosistema controllato. L’acquacoltura può essere in mare aperto o vicino alla costa: in entrambi i casi è possibile monitorare in tempo reale lo stato di salute dei pesci, utilizzando telecamere ed algoritmi di Intelligenza Artificiale. Invece, l’acquacoltura indoor si concretizza in ambienti chiusi sulla terraferma e richiede l’utilizzo di tecnologie innovative, come sistemi di ricircolo e recupero delle biomasse di scarto dalle quali è possibile produrre mangimi caratterizzati da un elevato potere nutrizionale.

Così come avviene per la carne bovina e suina, l’agricoltura cellulare trova applicazione anche in ambito ittico, fornendo carne di pesce coltivata in laboratorio, priva di farmaci e dalle elevate qualità organolettiche.

Tutelare l’oceano: tecnologie abilitanti

Per svolgere le attività collegate agli oceani con modalità sostenibili, è dunque necessario adottare un approccio innovativo che integri tecnologie come l’Internet of Underwater Things, i Digital Twins, l’AI, la robotica, i veicoli autonomi e la blockchain, creando così il cosiddetto “Oceano 4.0“.

Ad esempio, attraverso reti di comunicazione subacquee e robot è possibile monitorare le condizioni delle acque per quanto concerne temperatura, salinità, acidità e livelli di inquinamento, nonché tracciare la fauna marina. Per prevedere l’impatto delle attività umane e prendere decisioni sostenibili, inoltre, i digital twins forniscono repliche digitali degli ecosistemi marini.

La blockchain, infine, garantisce la tracciabilità, la qualità e la sostenibilità dei prodotti ittici registrando in modo sicuro e trasparente tutte le transazioni lungo la filiera alimentare, dalla cattura del pesce all’acquisto da parte dei consumatori finali.