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Space&Blue, Acampora: Un Osservatorio integrato tutto Made in Italy.

Del 16 Ottobre 2024

Space&Blue Magazine: Intervista a Giovanni Acampora, Presidente Si.Camera e Assonautica Italiana

L’interconnessione tra l’Economia dello Spazio e l’Economia del Mare lascia intravedere potenzialità di sviluppo importanti per l’Italia.

Qual è la sua visione in merito? E quali aree di sinergia intravede?

Il progetto Space&Blue è molto stimolante.
Il Mare e lo Spazio sono uniti nell’immaginario dell’umanità dal desiderio di scoperta. Quello che ha portato il genio italico a prevalere in tanti consessi internazionali in vari momenti della storia. Le Economie dello Spazio e del Mare rappresentano due driver di sviluppo essenziali per il nostro Sistema Paese e non a caso il ministro Urso ha lavorato e sta lavorando sui due collegati che mirano a potenziarne la crescita.

Le sinergie sono molteplici, sotto vari aspetti, ma mi preme evidenziarne in particolare uno: la sostenibilità. È del tutto evidente che lo Spazio oggi può dare al Mare un contributo essenziale per rispondere alle sfide dell’obiettivo 14 dell’Agenda 2030.

Ringrazio per questo l’industria, la ricerca, le istituzioni civili, militari e le agenzie, la gran parte presenti qui oggi, che lavorano da tempo per implementare nuovi modi per tutelare la salute del nostro Pianeta. A partire dalla disponibilità di preziosi dati ricavati dai satelliti.
Uno studio del World Economic Forum (Global Future Council on Space) ha evidenziato che: “più del 50% delle variabili climatiche essenziali sono osservabili solo dallo spazio”.

In quale direzione ritiene prioritario investire affinché l’integrazione tra i due asset strategici possa rafforzare la crescita del nostro Paese?

Oltre alla sostenibilità, ci sono altre aree di interesse nazionale che interconnettono i due ambiti. Prima di tutto pensiamo alla connettività, che oggi si sviluppa sotto il mare ma anche attraverso lo Spazio. Con interesse guardiamo per l’Economia del mare italiana alle connessioni dallo Spazio per il mare, come a i sistemi satellitari che offrono opportunità di supporto alle navi e alle imbarcazioni nautiche, oltre a collegare luoghi potenzialmente non raggiungibili. Il mare e lo spazio hanno spinto l’uomo all’esplorazione di frontiera e le nuove tecnologie della robotica subacquea in continua evoluzione stanno rivoluzionando l’esplorazione dei fondali. Un cambiamento che impone una grande attenzione ai temi della sicurezza dei domini del mare e dello spazio. La stessa UE è intervenuta recentemente per definire la prima strategia europea per lo spazio e ha aggiornato quella sulla sicurezza marina. Con il mare e sotto il mare si gioca poi anche la grande scommessa dell’energia.

In più sedi istituzionali, compreso il Parlamento europeo alla presenza di oltre 700 uomini e donne d’affari provenienti da decine di paesi europei, ho ribadito con forza il riconoscimento del ruolo naturale dell’Italia come Hub energetico d’Europa nel Mediterraneo. Penso che l’interconnessione tra le tecnologie spaziali e marine possano dare un contributo in questo senso.

Che ruolo può giocare l’Italia nel contesto globale investendo in questa integrazione?

Sono convinto che questo percorso di interconnessione possa rafforzare l’intero sistema nazionale e mostrare ancora di più il valore del Made in Italy. L’Italia è già oggi leader in Europa e nel Mediterraneo nelle due economie. Se cominciassimo a ragionare in termini integrati Space&Blue moltiplicheremmo certamente le opportunità di crescita.
Nessun altro Paese al mondo oggi lo ha ancora fatto in maniera organica.

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Come Assonautica Italiana, il Piano del Mare e il progetto del Blue Forum possono contribuire?

Da molti anni il sistema camerale punta sull’Economia del mare e l’Associazione Nazionale per lo sviluppo dell’Economia del Mare – Assonautica Italiana, che ho l’onore di presiedere, rappresenta il braccio operativo di Unioncamere.
Su tutto il territorio nazionale lavoriamo come facilitatori per far in modo che questa economia possa sempre di più avere un ruolo determinante nelle politiche di sviluppo nazionali, attraverso in primis le nostre imprese. Abbiamo contribuito alla redazione del primo Piano del mare e da più di 10 anni osserviamo e studiamo il valore dell’economia del Mare con il nostro Osservatorio Nazionale e il Centro Studi Tagliacarne e pubblichiamo regolarmente un rapporto nazionale annuale, giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione, riconosciuto anche dall’Europa per alcune buone pratiche.

Proprio il Piano del Mare ha inserito elementi interessanti relativamente al tema di cui stiamo ragionando, un esempio su tutti: l’underwater. Penso sia interessante prevedere una implementazione che inserisca all’interno progetti integrati Space&Blue.
Il Blue Forum Italia Network è una rete che unisce tutti gli utenti del mare per accompagnare la transizione dalla Crescita Blu a una Economia del Mare sostenibile. Oggi si relazione con il Blue forum Europeo su tavoli e iniziative tematiche al fine accelerare il confronto e portare un contributo operativo, a partire dalle principali istanze delle imprese dell’Economia del Mare italiana, grazie anche alla nostra rete di camere di commercio europee coordinata da Unioncamere Europa. Abbiamo promosso un Manifesto Blue, che raccoglie le istanze degli stakeholder del mare e in cui abbiamo inserito proprio l’interconnessione tra lo spazio e il mare per vincere le principali scommesse sulla sostenibilità.

Lei ha menzionato durante il Forum Space&Blue la possibilità di creare un Osservatorio integrato tra i Dati dello Spazio e i Dati del Mare Italiani. Quali sarebbero i vantaggi concreti di tale integrazione e quali passi sono necessari per realizzare questo progetto?

Quando si parla di economia, mi piace pensare da subito ad azioni concrete e per questo ho lanciato questa proposta.
La conoscenza dei dati e dei valori dei mercati è alla base di ogni azione strategica. Sarebbe bello da subito pensare a una modalità integrata tra i Dati dello Spazio e i Dati del Mare Italiani per avviare un OSSERVATORIO INTEGRATO SPACE&BLUE TUTTO MADE IN ITALY.

I vantaggi sarebbero da subito molteplici, avere un’osservazione unica del fenomeno potrebbe favorire la formulazione di una strategia comune che veda le due dimensioni come un solo settore. Le imprese potrebbero orientare ancor di più i loro investimenti, i policy maker avrebbero dati oggettivi su cui basare le proprie scelte. Per far diventare la nostra Nazione leader e all’avanguardia in questa economia, sia per detenzione della principale fonte di dati che per modalità attuativa interconnessa.

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