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La filiera ittica in Friuli Venezia Giulia ha superato la crisi

Del 22 Dicembre 2016

I molluschi bivalvi allevati e raccolti nel Friuli Venezia Giulia sono garantiti e sicuri, mentre la filiera ittica in questi anni, anche grazie agli interventi che ha stanziato la Regione nel tempo, sta superando la crisi e punta alla valorizzazione e allo sviluppo. E’ quanto emerso a Udine dall’incontro di presentazione della riclassificazione triennale delle zone di pesca e della conferma del protocollo d’intesa nel settore dei molluschi bivalvi nelle zone di produzione, raccolta, stabulazione nell’arco costiero del Friuli Venezia Giulia.

Tra gli intervenuti, gli assessori regionali alla Pesca Paolo Panontin e alla Salute Sandra Telesca, assieme ai rappresentanti di Confcooperative e Legacoop FVG, Giovanni Dean e Gaetano Zanutti. Com’è stato evidenziato, la sinergia che la Regione ha attivato nel settore ittico con le cooperative e le associazioni del comparto è significativa e strategica, rappresenta un’esperienza pilota in Italia e in diversi casi ha superato le problematiche settoriali, consentendo di ricercare soluzioni atte a consolidare l’economia ittica del Friuli Venezia Giulia. Com’è stato rilevato nell’occasione, nel 2016 in Friuli Venezia Giulia, dove operano 700 persone tra attività di pesca e acquacoltura, sono stati immessi sui mercati ittici 4.100 tonnellate di vongole veraci e di cozze da allevamento, 600 tonnellate di fasolari, lupini, cannolicchi e vongole veraci e 1.900 tonnellate di pesce pescato. Si tratta di risultati positivi, è stato detto, raggiunti anche grazie al modello di aggregazione tra i vari soggetti della filiera della pesca e dell’acquacoltur, e alle iniziative finalizzate a consolidare il settore.

“A questi traguardi – ha specificato Telesca si è arrivati anche grazie alla grande attenzione posta alla sicurezza alimentare da parte delle componenti pubbliche e private, concretizzatasi alla fine dello scorso anno con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa finalizzato a incrementare le attività di controllo, le azioni volte a garantire la salubrità dei prodotti e la prevenzione a vantaggio della salute”. Intesa sottoscritta con le componenti del settore da Regione, Arpa, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente e l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie.

“Si è voluto privilegiare – ha affermato Panontin la creazione di un sistema della pesca in Friuli Venezia Giulia al quale l’intera filiera ha aderito con successo consentendo gli attuali risultati, pianificati anche attraverso il tavolo tecnico di coordinamento con le associazioni maggiormente rappresentative del settore ittico, i consorzi di gestione e le principali cooperative, all’interno del quale vengono trattati i problemi di interesse per la pesca e l’acquacoltura”.

“Il Friuli Venezia Giulia – ha aggiunto Panontin – si distingue per la capacità di fare aggregazione e di sostenere logiche di sistema, con i risultati che oggi sono evidenziati, assieme al settore della pesca e itticoltura, anche in quelli dell’agricoltura e della caccia”. “Un modello – ha concluso l’assessore – che potrà favorire il rilancio della comparto e potrà essere esteso all’area circostante”. Dal prossimo anno, infatti, sarà il Friuli Venezia Giulia a guidare il Distretto della pesca dell’Alto Adriatico.