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Blue Forum: “Occupazione, Lavoro, Professione del Mare”, quale è la situazione?

Nel Panel pomeridiano sono intervenuti Luca Sisto, Luciano Serra, Saverio Cecchi, Cesare d'Amico, Pietro Angelini, Maria Rosa Valente, Paolo Fasce

Del 10 Aprile 2024

Nel Panel pomeridiano “Occupazione, Lavoro, Professione del Mare” sono intervenuti Luca Sisto, Direttore Generale Confitarma, Luciano Serra Presidente Associazione Nazionale Approdi e Porti Turistici, Saverio Cecchi, Presidente Confindustria Nautica, Cesare d’Amico, Presidente ITS Academy Fondazione G. Caboto di Gaeta, Pietro Angelini, ITS Academy Fondazione ISYL, Maria Rosa Valente Dirigente Caboto, Paolo Fasce Dirigente Nautico San Giorgio di Genova e Camogli.

Luca Sisto, Direttore Generale Confitarma

“Conoscenza, Costo economico, Accesso alle professioni. Il primo gradino è conoscere i mestieri del mare perché noi siamo bagnati dal mare, ma siamo amarittimi. Siamo circondati dal mare. Termine che già indica un nemico. Dovremmo dire che siamo immersi e bagnati non circondati. 8000 km di coste diventano 8000 km di costi. Come si accede al mare? Bisogna conoscere i mestieri e c’è un costo di formazione. Confitarma, Assarmatori sono intervenuti e hanno ottenuto un finanziamento di 7 milioni di euro. Aiutiamo i ragazzi a pagare la prima formazione. Ora, una volta che sai che c’è un mestiere, c’è il problema dell’accesso alla formazione. Abbiamo dei paradossi incredibili. Noi oggi siamo serviti da ragazzi incredibili, ma nessuno di loro potrebbe andare a bordo. Peccato che la figura di garzone di cucina non esiste più nelle nostre tabelle di bordo. E poi c’è il risultato positivo. Lo straordinario impegno di chi lavora nel mare. L’Italia in questo momento è il Paese europeo che ha più lavoratori italiani sulle sue navi”.

Luciano Serra Presidente Associazione Nazionale Approdi e Porti Turistichi

“La formazione ha tradito tanti giovani. Oggi abbiamo parlato di formazione sana, cioè di possibilità concreta di lavoro. Qui abbiamo possibilità di lavoro. Complimenti a tutti coloro che rappresentato ITS e Ministero. tutti che si sforzano a trovare lavoro ai giovani. Ritengo che nella portualità turistica rappresenta una grande possibilità di lavoro per i giovani. Ma abbiamo alcune problematiche. Lasciamo stare la necessaria sburocratizzazione… Abbiamo bisogno di un tavolo unico dove collocare le nostre richieste. A partire dai manager di una struttura portuale siamo costretti ad assumere ITS che fanno corsi di 1200 ore. Avremmo possibilità di formare tantissimi giovani. Abbiamo bisogno di persone che abbiano una cultura. La qualità del servizio è essenziale. Ma qui siamo tutti invecchiati e non riusciamo a vedere un cambio generazionale.

Saverio Cecchi, Presidente Confindustria Nautica

“Di cosa ha bisogno l’industria? Abbiamo i migliori imprenditori, designer, ingegneri, architetti, ma il nostro valore aggiunto sono le maestranze specializzate, i nostri artigiani che nei dettagli fanno la differenza. Per questo siamo i numeri uno. Noi abbiamo bisogno di saldatori, elettricisti, tappezzieri… Voglio sapere cosa si sta facendo per trovare chi si sporca le mani. Di qui a dieci anni perderemo questo valore aggiunto”.

Cesare d’Amico Its Academy Fondazione Caboto di Gaeta

“Noi abbiamo sempre il nostro faro che è l’Accademia Mercantile di Genova, una realtà importante. Quello che manca è una cultura del mestiere e questo deve venire dalle famiglie, dalla scuola. Se ormai abbiamo educato e io per primo sono stato educato che, quando finivo la scuola, dovevo andare all’Università, quando oggi si parla ai giovani di determinati mestieri, questi mestieri non sono più attuali. Abbiamo anche la problematica stessa che manca questa formazione per la formazione. Se i giovani capiscono che devono abituarsi al sacrificio, ma dandogli una prospettiva, gli ITS hanno dato una prospettiva e quindi si sono messi in discussioni e si sono iscritti. Quando andiamo a parlare di determinate professioni, dovremmo andare in quel territorio e capire se i giovani vengono seguiti, come a Gaeta. Quando abbiamo organizzato l’ITS, se no avessimo avuto il sostegno delle istituzioni locali, non ce l’avremmo fatta. All’inizio molti genitori ci hanno guardato con preoccupazione. Quando hanno riscontrato che era possibile, a fronte di un diploma e di un esame, è diverso. Quello che insegniamo è come questi giovani devono confrontarsi con la vita e cosa bisogna fare per ottenere il lavoro. Niente è scontato. Cosa chiedo alle aziende? L’ITS ha saputo adattarsi alle richieste delle aziende. L’azienda dovrebbe anche lei capire un po’ di più le esigenze che ha un ITS. Noi dobbiamo rendere i giovani consci del sapere e il sapere lo ottieni solo con il sacrificio”.

Pietro Angelini, ITS Academy Fondazione ISYL

“L’ITS sta in mezzo tra università e formazione. I mestieri non sono quelli di ieri, ma quelli di domani. I mestieri sono l’allestitore super-tecnologico, non il maestro d’ascia. Gli dobbiamo dare questa prospettiva. Gli ITS riceveranno molto dallo Stato, pensiamo a fare i mestieri di domani e a proporre questi mestieri. Non pensiamo di essere soli, siamo nel mondo. Dobbiamo portare la formazione ad un livello internazionale che portino ragazzi ovunque. Non pensiamo di formarli solo qui, ma anche dove sono molto più distanti da noi”.

Maria Rosa Valente Dirigente Caboto

“Per la prima volta si parla di istruzione. La cosa principale è la mancanza di conoscenza di ciò che fanno gli Istituti Nautici e ciò che fanno gli ITS. Abbiamo sentito la parola sinergia. Ci deve essere una sinergia continua, una formazione, ma noi siamo una scuola che fa formazione di base che deve essere continuata negli ITS, nel mondo del lavoro. Noi abbiamo la fortuna di essere collegati all’ITS qui a Gaeta. Ma ciò di cui c’è bisogno è una reale conoscenza dell’ex alternanza. Per noi è difficile fare effettuare una reale alternanza. Non significa andare in crociera e salire sul ponte di comando per trenta minuti. I ragazzi dovrebbero toccare con mano questo mondo per scegliere. Abbiamo una piccola marcia in più grazie ai fondi PON e al PNRR perché siamo riusciti a portare laboratori avanzati. E poi attraverso i simulatori si testano le competenze a livello relazionale, la capacità di guidare un gruppo, di vedere una reazione quando c’è un imprevisto. Quest’anno, grazie alla sinergia con Unioncamere, facciamo prove di competenza al quinto anno per i ragazzi di quinta su una piattaforma fornita da Unioncamere”.

Paolo Fasce Dirigente Nautico San Giorgio di Genova e Camogli

“Disequilibrio emerge da un elemento, la scomparsa dei fatti. Tutta la coltura mediatica ci ha portato a svalutare i fatti e a colpire una sorta di marketing “è tutto intorno a te”, una bolla che nei social è autoevidente ma che porta una perdita di contatto con la realtà. Il tema dell’orientamento è molto importante. Ho sentito parlare prima del mezzo-palombaro. Siamo riusciti a restituire la filiera dell’ufficiale elettrotecnico questa difficoltà di farsi carico delle filiere formative specifiche ma che danno un futuro certo è una cosa sulla quale ragionare. Dialogo tra scuola e aziende. Innanzitutto gli Istituti tecnici, nautici hanno un interlocutore immediato, il dialogo dovrebbe consistere da parte delle associazione di svolgere un ruolo di consulenza sul porto alle tante imprese che si devono aggiornare perché sia possibile ospitare i ragazzi che devono frequentare le aziende. Formare persone in grado di stare nel mondo del lavoro. Vedo una grande opportunità nell’autonomia scolastica”.