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Cantiere Mimì, una storia lunga 40 anni. Intervista a Domenico Senese, terza generazione di un’azienda famigliare e internazionale

Boom del charter dei gozzi moderni firmati da Cantiere Mimì in Campania e alle Cinque Terre, con record di turisti stranieri

Del 17 Giugno 2024
domenico senese cantiere mimì

di Angela Iantosca

Ha cominciato da bambino a sentire l’odore delle barche. Nei pomeriggi dopo la scuola quando, alleggerito del peso dello zaino in spalla, raggiungeva nonno Domenico, che tutti chiamavano Mimì, nel cantiere.

“Mio nonno era pescatore. Con il tempo ha cominciato a costruire barche e a noleggiarle. Dopo qualche anno ha iniziato a commercializzarle finché, negli anni Settanta, è stata avviata una produzione interna. Erano barche di piccole dimensioni: la più grande era lunga 6-7 metri”.

È Domenico Senese a parlare, lui che oggi, con il fratello Massimo e il papà Salvatore, ancora operativo, porta avanti il Cantiere Mimì che insiste nella zona delle Cinque Terre e in Campania (la sede è ad Agnano, Napoli), ma che è presente in tutto il mondo con i suoi gozzi.

“L’azienda è nata nel 1975 con mio padre. Io sono entrato a tempo pieno nel 1994. Quando sono arrivato io in azienda, abbiamo cominciato a proporre il prodotto anche fuori dall’Italia e abbiamo cominciato a crescere”.

foto team cantieri mimi (da destra) Domenico senese, Salvatore senese (il padre, tuttora attivo in azienda) e Massimo senese
Foto di famiglia: da sinistra Domenico, Salvatore e Massimo

Domenico porta il nome del nonno il cui diminutivo ha dato vita al cantiere omonimo che oggi si estende su una struttura di circa 7mila metri quadrati, aprendosi sempre più a mercati esteri da dove arrivano innumerevoli richieste. Ma continuando a mantenere la struttura familiare.

“Io rappresento la terza generazione. Ma ora, nell’azienda c’è anche mia figlia Rosaria che rappresenta la quarta. Io mi occupo soprattutto del perfezionamento dei prodotti esistenti abbinando esperienza e innovazione. Una combinazione vincente che ci ha permesso di esportare il marchio in Europa e in Asia”.

Come si concilia l’azienda famigliare con la sua internazionalizzazione?

“Ci dividiamo le aree. Io curo l’estero, mia figlia il mercato italiano, mio fratello la produzione e il rapporto con l’utente finale. Ognuno di noi si occupa di un ramo dell’azienda”.

cantiere mimì gozzo sorrento 1970
Gozzo Sorrento (1970)

Ma quali sono i prodotti del Cantiere Mimì?

“Produciamo Gozzi dallo stile tradizionale, ma con tutte le moderne tecnologie e materiali innovativi. Gozzi Mimì vengono disegnati e progettati in 3D e realizzati mediante frese a CN a 7 assi. Il Design non è fine a se stesso, ma funzionale alle esigenze dei diportisti più esperti”.

I materiali sono pregiati, il legno utilizzato è esclusivamente teak massello messo a stagionare e curvato a mano.

“E in più c’è la passione: in tutti i Gozzi Mimì c’è il cuore di chi è cresciuto in questo Cantiere nautico e porta avanti un’azienda con lo stesso entusiasmo di sempre”.

cantiere mimì maestrale 2000
Maestrale 2000

In questi anni state registrando un boom del charter.

“Dopo la pandemia si è riscontrata una richiesta sempre maggiore del charter. Cioè sono aumentate le richieste da parte di chi della barca non aveva nessuna idea, ma che ha cominciato a incuriosirsi per avere a disposizione un’isola galleggiante per stare fuori dalla massa. La tipologia del charter ha preso sempre più piede soprattutto nella Penisola Sorrentina e nel Salernitano, oltre che nella zona delle Cinque Terre e nella zona ligure. Sono queste le nostre due aree principali”.

Come operate?

“Noi vendiamo alla società di charter e la società noleggia”.

Cantiere Mimç (1) intervista senese

Quale è il turista che fa maggiore richiesta dei vostri gozzi?

“Questa risposta la posso dare sulla base delle informazioni che arrivano dalle aziende che acquistano da noi i gozzi. Nella nostra zona il turismo più in crescita è quello degli Stati Uniti. Sono loro il loro punto di riferimento. Per noi, le informazioni che ci arrivano dalle aziende di charter diventano preziose per apportare delle migliorie, perché il monte ore che viene raggiunto da un gozzo noleggiato è pari al monte ore che un privato fa in 30 anni! Quindi abbiamo un bagaglio di esperienza immediato, così che nell’arco di una stagione riusciamo a mettere sotto stress la barca e le sue componenti, mettendo a punto tutte le difficoltà o criticità che si manifestano!”.

cantiere mimì lancia marechiaro 1970
Lancia Marechiaro (1970)

Il gozzo di solito è associato ad un turismo più maturo. Oggi cosa è cambiato?

“Fino a 15 anni fa si definiva gozzo una barca che, con vento in poppa, andava a 10 nodi. Oggi a livello di prestazione non è da meno ad uno scafo planante”.

La collaborazione con Valerio Rivellini, designer e ingegnere nautico, ha rappresentato un passo verso la modernizzazione dei gozzi?

“Il rapporto con Valerio dura da 20 anni ed è iniziato prima con i processi produttivi, sistemi di stampaggio sottovuoto, con continui studi di alleggerimento degli scavi e poi con un design esterno per renderli più accattivanti. Valerio è riuscito a creare questo connubio tra classico e moderno”.

Quale è il vostro marchio di fabbrica?

“Siamo cambiati tanto nel tempo. Direi che rispetto a 10 anni fa siamo cambiati totalmente. Anche rispetto ad altri colleghi che hanno la stessa linea di produzione noi ci distinguiamo per il fatto di avere scafi ultraleggeri cosa che ci porta ad aver bisogno del 30% in meno di potenza, consumi ridotti e motorizzazioni ridotte”.

Tutti gli scafi prodotti nel Cantiere Mimì sono lavorati con il processo di infusione sotto vuoto. Si tratta di una tecnica avanzata che ha permesso di ottenere importanti risultati dal punto di vista della sicurezza degli operatori e delle emissioni nell’ambiente.

Grazie al metodo dell’infusione i manufatti avranno un composito dalle caratteristiche performanti, una riduzione del peso, un corretto rapporto resina/fibra. Inoltre lo spessore sarà costante e senza bolle d’aria interlaminari. Le proprietà meccaniche del laminato saranno migliori grazie alla compressione uniforme esercitata dal sacco di vuoto.

I modelli più richiesti?

“Esiste il modello più richiesto nel sud Italia, nel nord, in Spagna, in Croazia. Abbiamo una gamma abbastanza vasta e riusciamo a rispondere alle diverse esigenze”.

Liguria e Campania: utenze diverse?

“Due mondi distinti e separati. Per quanto concerne il privato sono simili. Per quanto concerne l’utente che si rivolge alla società di charter sono diversi anche perché in Liguria hanno più aree protette e quindi più restrizioni rispetto alla Penisola Sorrentina. Al Sud c’è richiesta di barche di dimensioni maggiori, alle Cinque Terre si richiedono barche relativamente più piccole”.

Progetti per l’estate?

“L’estate non è ancora cominciata, da un mese facciamo fatica a trovare condizioni meteorologiche buone. Ma siamo in continua progettazione di novità da presentare ad inizio stagione. Saremo al prossimo Salone di Genova e poi a Bologna, a Roma e poi a Napoli. Al momento abbiamo confermato la presentazione di un modello nuovo al Salone di Genova, un 9 metri e mezzo. Poi nei mesi successivi ne presenteremo altri”.

Cantiere Mimç (1) intervista senese