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Francesco Sesso, campione del mondo di fotografia subacquea: “Scattare foto in fondo al mare è come danzare”

Sarà presente a Filmare Festival, in programma in Calabria dall'11 luglio, con la mostra "La vita nel profondo blu"

Del 9 Luglio 2024
francesco sesso fotografo subacqueo

di Angela Iantosca

“La fotografia subacquea è una danza che compi nel mare con i soggetti che vuoi fotografare”, parola di Francesco Sesso, istruttore subacqueo, fotografo e ricercatore, più volte Campione Italiano di Fotografia Subacquea, membro sin dal 2000 del Club Azzurro Fipsas, nel 2019 con la Nazionale Italiana è stato incoronato Campione del Mondo di Fotografia Subacquea a Tenerife, mondiali nel corso dei quali ha anche conquistato la medaglia d’argento individuale nella categoria Close-up.

Dall’11 luglio sarà tra i protagonisti di FilMare Festival (FMF) – i cortometraggi che raccontano il mare e l’ambiente – 2024 promosso ed organizzato dall’Associazione culturale “Calabriartes” di Enzo De Carlo e dalla “DRB” di Beniamino Chiappetta con il “patrocinio” di Rai Calabria, la “media partener” della TGR Rai ed il “riconoscimento” del Ministero della Cultura – Direzione generale Cinema ed audiovisivo – e diversi Patrocini e Collaborazioni.

Francesco Sesso, infatti, sarà presente con la mostra fotografica “La vita nel profondo blu“.

Come si diventa campione del mondo?

“Attraverso un percorso lungo. Perché, al contrario di altre discipline sportive, premia l’esperienza, il lungo lavoro, la maturità. Negli altri sport, come sappiamo, è la giovane età a determinare il maggior successo! Nel nostro caso, quando si vince da giovani, è un’eccezione. Comunque è un percorso di anni, di sacrifici (piacevoli), di prove. Perché la fotografia subacquea ha un’ulteriore sua peculiarità, rispetto ad altri sport: deve produrre qualcosa da sottoporre al giudizio di una giuria. Quindi diventa fondamentale riuscire a fare qualcosa che non deve piacere solo a te, ma ad altri. In questo l’esperienza gioca molto a favore di chi scatta. Perché un certo tipo di foto può essere per te una buona foto, ma in effetti non lo è per la giuria. Quindi, con il tempo comprendi sempre meglio cosa può essere buono, cosa piò essere interessante: è un gioco di equilibri non facile da raggiungere e mixare”.

foto francesco sesso

Cosa è richiesto per diventare un buon fotografo subacqueo?

“In fondo al mare devi essere un buono, se non ottimo, subacqueo. Devi saperti integrare bene con l’elemento in cui stai lavorando. Devi avere un buon assetto sott’acqua. Immagina di dover fotografare una farfalla mentre c’è qualcuno che ti spinge. Ecco, in fondo al mare, accade questo. Quindi devi avere una buona acquaticità e un buon assetto che significa stare sott’acqua fermo nella posizione o, cosa ancora più difficile, in movimento in armonia con le cose che vuoi fotografare. La fotografia subacquea è come una danza insieme ai soggetti degli scatti. Quindi si deve avere anche una buona resistenza fisica. Bisogna saper respirare e adattare il proprio ritmo respiratorio con i movimenti che si vanno a fare. Anche perché si fotografa con l’ausilio di un autorespiratore che emette bolle che muovono l’acqua e che creano disturbo. Se si fa troppo rumore non va bene, se si è troppo invasivi rispetto all’ambiente in cui ci si immerge non va bene. Insomma non bisogna arrecare disturbo all’ambiente in cui si lavoro”.

Quindi bisogna essere anche dei buoni subacquei.

“Devi essere un buon subacqueo, devi conoscere le abitudini di chi vuoi fotografare, devi conoscere i siti. Quando c’è un campionato del mondo, sappiamo con qualche mese di anticipo dove si svolge la gara e in quale periodo. Quindi, nei mesi prima, si comincia a studiare il fondale, i pesci che ci sono, le correnti… E poi c’è sempre una parte di fortuna”.

Il cambiamento climatico sta modificando ciò che vedi in fondo al mare?

“Il cambiamento si vede in ciò che non troviamo. Quello che si nota è che c’è sempre meno vita. È sempre più difficile incontrare quello che ci aspetteremmo di incontrare. Però, in alcuni casi, mi è capitato di tornare nello stesso posto a distanza di dieci anni, dove era stata istituita nel frattempo un’Area Marina Protetta, e di trovare molta più fauna. Il mare cambia e si adatta, anche se è più quello che scompare di ciò che troviamo”.

Quanto è complessa una fotografia subacquea per una competizione?

“Fotografare al fine di partecipare ad una competizione è diverso dal fotografare mia cugina il 15 luglio che fa la comunione. Fotografare sott’acqua una cosa, quando voglio io, nelle condizioni che dico io è qualcosa di molto complesso. Per questo si va prima a preparare la foto nei campi gara. Poi, a proposito della fortuna, non è detto che ci sia ciò che vogliamo nel giorno dello scatto! Per esempio, quando abbiamo vinto i campionati del mondo, l’area dello scatto era piena di tartarughe, ma lo era quando nei mesi precedenti si andava insieme alle guide locali che davano da mangiare ai pesci. Cosa che non si può fare durante una gara, perché non si può alterare l’equilibrio del mare, oltre a non essere etico. Quindi nel giorno della gara nessuno dava cibo e quindi non c’erano pesci… Insomma, c’è un grande allenamento prima ed un’ottima preparazione”.

Come è formata la squadra della Nazionale italiana?

“C’è un CT e siamo in 4: due fotografi e due assistenti. Ogni nazione si immerge con due persone”.

Ci sono foto che hai scattato, ma che hai deciso di non voler esporre?

“Non ci sono foto che non ho voluto esporre. Ci sono foto che non ho mostrato perché ne ho tantissime e alcune rimangono nel dimenticatoio. In realtà, sto pensando, sollecitato dalla tua domanda, che mi piacerebbe avere una foto solo mia, anche se non so se riuscirei a non mostrarla. Perché a me piace molto far vedere ciò che la maggior parte delle persone non può vedere, mi piace riportare in superficie ciò che c’è sotto: è una mission. Ed è quello che farò a Filmare Festival: condividerò ciò che c’è là sotto. I like non mi interessano, mi interessa mostrare l’esperienza e rendere in qualche modo raggiungibili i fondali”.

Cosa esporrai a Filmare?

“È una mostra che sto definendo con Beniamino Chiappetta, la maggior parte delle immagini fa parte di una mostra che ho cominciato a portare in giro a fine 2023. Si tratta di scatti degli ultimi anni”.

Sei anche Ricercatore al DIAM (Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente) dell’UNical (Università della Calabria): cosa fate?

“Ci occupiamo soprattutto di progetti legati al mare di monitoraggio ambientale, della realizzazione di opere volte a proteggere le praterie di posidonia, a agevolare il ripopolamento delle specie ittiche, alla protezione ambiente. E alla protezione della costa, perché in Italia siamo vittime di una forte erosione costiera”.

foto francesco sesso

Quando è nata la tua passione per il mare?

“Io sono calabrese e vado al mare da sempre. Quando avevo 4 anni i miei costruirono una casa ad un passo dalla spiaggia, quindi uscivo dalla porta ed ero in acqua! A 10 anni avevo il mio primo gommone, e da lì, come fanno tutti, ho cominciato ad esplorare i fondali con maschere e pinne, poi ho cominciato a immergermi con l’autorespiratore e a fotografare. La prima macchina fotografica che ho comprato era una NIKONOS della Nikon: correva l’anno 1991 e l’ho acquistata a New York. Ecco come si arriva a vincere un campionato del mondo: 30 anni di prove finché diventa automatico acquisire quella postura, quell’assetto, quell’integrazione con l’ambiente che vai a fotografare”.

L’emozione nel fotografare il Mare Nostrum è diversa dal fotografare altri fondali?

“I mari tropicali sono spettacolari, ma, come ti emozioni quando vedi la squadra della tua città che fa un risultato inaspettato, così ti accade quando ti immergi nel tuo mare e trovi qualcosa che non ti aspettavi: è meraviglioso. Il Mare Nostrum non è ricco, ma quando fai degli incontri particolari è forse più gratificante. Qualche giorno fa, per esempio, ho fatto un’immersione a Panarea con dei turisti svizzeri: eravamo al largo, vicino a una zona detta Le Formiche, due scoglietti in mezzo al mare e sembrava di essere in una piscina piena di pesci: un acquario naturale! Beh è stato emozionante!”.

FOTO DI FRANCESCO SESSO