Home > Ambiente, Centro Studi > Legambiente presenta il Dossier Mare Monstrum

Legambiente presenta il Dossier Mare Monstrum

Del 17 Giugno 2016

Questa mattina Legambiente ha presentato i dati del dossier Mare Monstrum, che dimostrano quanto sia critica la situazione del “mare illegale”. I reati ai danni del nostro mare che le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno intercettato nel corso del 2015 crescono del 27%. Le infrazioni sono ben 2,5 per ogni chilometro di costa del Belpaese. Sale anche il numero delle persone denunciate, che passano da 18.109 a 19.614, mentre flette, seppur di poco il dato dei sequestri, sono 4.680 a fronte dei 4.777 del 2014. A fare la parte del leone è il settore della pesca illegale, con 6.810 reati accertati, seguita dalle infrazioni relative alla cattiva depurazione e agli scarichi selvaggi che sono state 4.542.

Alto è pure il numero delle infrazioni legate al ciclo del cemento, 4.482, dove domina la fattispecie dell’abusivismo edilizio costiero. I nostri litorali sono puntellati da distese di villini sorti “spontaneamente”, in barba alle regole edilizie, al paesaggio e alla qualità dei manufatti. E ci sono poi alcuni casi esemplari di sfregio alle coste, che Legambiente denuncia da sempre nei suoi dossier e nelle sue iniziative: ecomostri, grandi alberghi o villaggi in riva al mare, che rappresentano appieno la devastazione illegale e impunita dell’abusivismo edilizio, e di cui l’associazione chiede ai Comuni e alle istituzioni nazionali l’abbattimento in via preferenziale. Dopo l’abbattimento nel 2014 degli scheletri sulla collina di Quarto Caldo nel Parco nazionale del Circeo e dello scheletro di Alimuri a Vico Equense, quest’anno la nuova top5 dell’abusivismo edilizio vede accanto aglischeletri di Pizzo Sella a Palermo, il villaggio di Torre Mileto a Lesina (FG), lo scheletro dell’Aloha Mare ad Acireale (CT), le 35 ville nell’area archeologica di Capo Colonna a Crotone e le case abusive dell’Isola di Ischia.

Il 52,4% degli illeciti si concentra nelle regioni del Sud, anche classificabili come quelle “a tradizionale presenza mafiosa”, ossia Campania, Sicilia, Calabria e Puglia. In testa, c’è la Campania con 3.110 illeciti, il 16,8% del totale, ben 6,6 per chilometro di costa. Molto vicino si piazza la Sicilia, con 3.021 reati, il 16,4%. Le due regioni, da sole, rappresentano un terzo di tutti i reati. Terzo è il Lazio, con 1.920 reati accertati, al quarto posto troviamo la Calabria con 1.838 e quinta è la Puglia con 1.701. La Campania detiene anche il primato specifico del cemento illegale, con quasi il 20% dei reati accertati. Gran parte di questi reati è legata alla realizzazione di case, stabilimenti turistici, hotel, villaggi vacanza e altre infrastrutture private sul demanio marittimo o in aree vincolate lungo la costa.  Al secondo posto, la Calabria con il 13,2%, seguita dal Lazio con l’11,5%, dalla Sicilia con il 10,3% e dalla Puglia con il 9,6%. E sono sempre Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Lazio a guidare la classifica dedicata ai reati legati all’inquinamento delle acque, totalizzando insieme il 57,5% degli illeciti nazionali.

“Approvare al più presto la legge sugli abbattimenti degli ecomostri, che giace in Parlamento dal 2012, è una priorità per il nostro Paese – dichiara Rossella Muroni, presidente di Legambiente -. Abbiamo vinto tante battaglie contro gli oltraggi al nostro prezioso patrimonio ambientale, a partire dalla nuova legge sugli ecoreati, ma molto resta ancora da fare sia contro il cemento e gli abusi edilizi che rovinano irreparabilmente la bellezza delle nostre coste, sia contro le trivellazioni e le ricerche petrolifere che danneggiano e mettono a repentaglio l’ecosistema marino, contro gli scarichi e le sostanze inquinanti che in mare vengono sversate ogni giorno e contro il marine litter la cui presenza è, purtroppo, sempre più forte nei mari e sulle spiagge”.

Il rapporto completo:

Mare Monstrum 2016