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Nautica, il modello vincente di Pietro Angelini

Intervista al Direttore Generale di Navigo, Amministratore Delegato del Distretto tecnologico per la nautica e la portualità toscana e Top Manager della più importante nautica italiana

Del 6 Giugno 2024
Pietro- Angelini- Direttore -Navigo-AD- Distretto Tecnologico-per -la-nautica-e per- la- portualità- Toscana
Pietro Angelini- Direttore Navigo e AD Distretto Tecnologico per la nautica e per la portualità Toscana

La Toscana è da tempo riconosciuta come un’eccellenza nel settore della nautica, con Livorno e, soprattutto, Viareggio al centro di un distretto che rappresenta il meglio della cantieristica navale nazionale e mondiale.

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Pietro Angelini, Amministratore Delegato del Distretto Tecnologico per la Nautica e la Portualità Toscana, Direttore Generale di Navigo e Top Manager della più importante nautica italiana, che ci ha fornito una panoramica dettagliata sull’attuale stato del settore, le sfide affrontate e le prospettive future. Dai dati emergenti sulle province di Livorno e Grosseto alla rivoluzione digitale con Shipyard 5.0, scopriamo insieme i segreti di questo straordinario successo.

Oggi il Distretto tecnologico per la nautica e la portualità toscana esprime le eccellenze della nautica nazionale e mondiale. Dalla recente analisi effettuata dal vostro Centro studi sulla nautica italiana con un focus sulle province di Livorno e Grosseto, che cosa emerge?

“Il dato di analisi è originale perché abbiamo messo insieme diversi database, sia quelli camerali con le parole chiave per codice Ateco sia quelli del CERVED, sia i dati provenienti direttamente dai cantieri e dai porti, che è l’elemento centrale: avere il dato vero dei fornitori nautici ci consente di capire quali sono i codici Ateco e quali sono le parole chiave più comuni per poi andare a pescare sul sistema camerale. Emerge che in Toscana ci sono 5.500 aziende e che su Livorno e Grosseto ce ne sono 2.000. Tutto questo lavoro lo dobbiamo all’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Settentrionale e alla Camera di Commercio Livorno Grosseto.

Emerge sul dato in particolare di Livorno e Grosseto che il territorio sta curvando verso la nautica, in particolare Livorno. L’impatto dell’Azimut Benetti a distanza di 15 anni sta facendo vedere come le aziende della logistica, quindi quelle molto grandi, curvino verso la nautica e come le piccole e piccolissime aziende in numero diverso rispetto alle altre parti della Toscana stiano iniziando ad interagire con il settore. Cosa vuol dire questo? Che i fornitori grandi dei cantieri sono in luoghi diversi da Livorno. E cosa vuol dire ancora? Che è evidente che c’è una politica necessaria che va fatta non a livello locale ma quantomeno di distretto. Cioè se vogliamo avere degli allestitori preparati nei cantieri che stanno sul mare a Livorno probabilmente bisogna interagire con le città di entroterra che non sono direttamente quelle città. Esempio Pisa per Livorno sugli allestitori o Viareggio su altre parti dell’impiantistica o della carpenteria”.

Quando parliamo di cantieri di eccellenza si pensa subito alla Toscana e in particolare a Livorno e Viareggio. Qual è stata la ricetta vincente sino ad oggi?

“I cantieri per la maggior parte si basano su Viareggio. Si estendono fra Livorno e La Spezia. Il segreto di questo successo è l’elasticità di costruzione, ma soprattutto il vero segreto è la grande specializzazione della fornitura che si trova sul territorio toscano. Questi fornitori hanno una specializzazione di tre generazioni e consentono in maniera elastica di lavorare e scambiare buone pratiche in modo veloce presenti su un territorio distribuiti su tutto il campo”.

Come Amministratore delegato di un importante Distretto come quello della Toscana, come vede l’evoluzione della nautica nel mercato delle imbarcazioni superiori ai 30 metri?

“Il mercato ha avuto una crescita enorme e continua ad averla. Un po’ meno rispetto agli anni precedenti, però è favorita ancora la nautica dai 30 ai 70 metri. Il gigantismo che si aveva prima del covid è rimodulato dalla velocità di avere l’oggetto. Questo diventa un elemento importante per sviluppare le politiche”.

I servizi che ruolo ricoprono? 

“I servizi diventano centrali. La barca non è più solo la barca, ma l’uso della barca. È la vacanza. È la rotta. È il fare un’esperienza. Quindi è importante anche tutto quello che sta a valle della consegna della barca. E in questo ovviamente i territori che producono le barche stanno con fatica modificandosi. C’è un dato importante: la barca va molto più veloce in termini costruttivi e tecnologici dell’infrastruttura. Basta vedere cosa è successo negli ultimi 20 anni: le barche sopra i 30 metri sono cresciute del 400% e i posti barca sono gli stessi”.

Tra i principali contributi di Navigo e del vostro Distretto, suggeriti e inseriti nel Piano del Mare Nazionale, c’è Shipyard 4.0. Oggi si va verso il 5.0.

“Shipyard 4.0 è per dire che oggi è quanto mai necessario organizzare la produzione, sia in termini di efficienza ed efficacia ma anche in termini di qualità e sicurezza. Quindi guardiamo con attenzione a tutte le tecnologie a partire dall’IA, dalla robotica che possono aiutare la costruzione, la gestione del rapporto cliente-fornitore, perché nella nautica l’elemento centrale è il rapporto con la fornitura. Non è che si esaurisce la produzione all’interno di una sola struttura organizzativa: su una barca da 50 metri ci possono essere anche 150 fornitori, se questi non sono allineati, perfettamente sincronizzati e digitalmente collaborativi, tutto diventa più difficile e si rischiano errori, anche in termini di sicurezza, peggiori conseguenze”.

Che vantaggi avrà la nautica italiana e la sua cantieristica guardando a questi sistemi?

“La nautica avrà vantaggi competitivi assoluti perché intanto tratterrà ancora di più il proprio know how, perché imparerà un sistema collaborativo digitale sempre più costante e coerente e soprattutto avrà un grande impatto sulla formazione perché a quel punto si potranno formare persone preparate con gli stessi sistemi oltreché con gli stessi contenuti”.

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